I paragoni fra presente e passato spesso finiscono per rivelarsi inopportuni, perchè il passato si fonda su basi differenti rispetto al presente, perchè “ciò che è stato non può tornare” e via dicendo: la percezione della fine di un’epoca porta con sè soltanto nostalgia ed un pizzico di senso di vuoto, connesso all’incertezza per il domani, per le routine che si perdono, per le abitudini che cambiano. La prima stagione bianconera D.A.D.P. (Dopo Alessandro Del Piero) significherà tutto questo soprattutto perchè il binomio fra l’ex capitano e la Signora è stato principalmente un rapporto ventennale vissuto con straordinaria intensità emozionale, in un continuo scambio di sensazioni, sentimento e passione. Parlare di un erede di Alex, dunque, è ancora molto difficile, anche perchè – per chiunque – prendere sulle spalle un bagaglio come quello lasciato da Del Piero sarebbe una responsabilità troppo grande.
Eppure, quella maglia numero 10 – come lo stesso Del Piero ha più volte ribadito – deve continuare ad essere indossata, per alimentare il sogno di chi, legittimamente, aspira a ricalcare ciò che lui è stato, ciò che lui ha fatto.
In tal senso, dopo la notizia del completo riscatto del suo cartellino da parte della Juventus, per la cifra di undici milioni di euro, il “successore” in questione potrebbe essere Sebastian Giovinco, il “figliol prodigo” che tornerà a casa dopo un lungo peregrinare in provincia (non per sua volontà, ndr) per “farsi le ossa” come si usa dire.
La Formica Atomica tornerà a vestire quella maglia bianconera che conosce molto bene, che ha portato fin da piccolo, con cui ha conquistato il Torneo di Viareggio ed il campionato Primavera, che lo ha portato ad assaggiare il sapore della serie A e della Champions League, oltre che il dolce gusto del gol che, per chi compie tutta la trafila dalle giovanili alla prima squadra, assume sicuramente un valore speciale.
Torino è casa sua,semplicemente perchè Sebastian è nato lì, ed è cresciuto a Beinasco,in una famiglia – come tante – di emigranti del Sud, partita per la città sabauda in cerca di fortuna. Torinese di sangue meridionale, metà calabrese e metà siciliano, dal carattere orgoglioso e determinato, tenace e deciso, senza peli sulla lingua nell’esprimere un pizzico di risentimento negli anni lontani da Torino, ma con la giusta ambizione di chi ora si sente pronto, di chi è consapevole che il suo momento è finalmente arrivato, di chi sente che le soddisfazioni che potrebbero arrivare saranno naturale conseguenza del suo talento ma anche del duro lavoro, dell’umiltà di mettersi in gioco continuamente, accettando il trasferimento ad Empoli, prima, ed a Parma, poi, rispondendo sempre “presente”, a suon di gol e di assist decisivi.
Sebastian, per ora, è totalmente concentrato sull’Europeo Azzurro ma non sta nella pelle all’idea di poter ritornare alla Juventus dalla porta principale, da protagonista atteso e voluto fortemente soprattutto da Beppe Marotta ed Antonio Conte.
Tornerà in un momento particolare, nella stagione del ritorno in Champions, del tricolore da difendere, della necessità di doversi abituare all’assenza di Del Piero ed a tutto ciò che significherà e, per questo, potrebbe essere giusto che l’onore della maglia numero 10 spetti proprio a lui, senza azzardare paragoni con la “leggenda”, ma concedendogli la giusta fiducia, a priori. Non parliamo di eredità, sarebbe poco prudente, parliamo della necessità di scegliere chi possa avere le qualità giuste per vestire la maglia che fu, prima che di Alex, di Baggio, Platini, Sivori e Boniperti; Giovinco potrebbe essere l’uomo giusto al momento giusto e, se così sarà, dovrà isolarsi dal peso delle inevitabili pressioni, pensando esclusivamente a costruire la sua “storia personale” nell’empireo dei grandi bianconeri.
Giovinco, il suo meritato premio, lo ha già ottenuto col ritorno alla JUVE.
Senza nulla togliere alla bravura di Sebastian Giovinco, credo che la maglia col n°10, spetti di diritto al grande Marchisio.