Di Matteo e Drogba, favola Chelsea

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roberto di matteo e didier drogba

Di Matteo compie un’impresa fino a tre mesi fa impensabile. Vince la Champions League con il Chelsea al termine di un cammino unbelievable. E’ il primo allenatore italiano a conquistare la Coppa dalle grandi orecchie con una squadra straniera. Talento, fortuna, caso, fate voi. E’ certo che qualcosa lasciava immaginare il finale incredibile di ieri notte. Chiedete al Napoli di Mazzarri, già sicuro della qualificazione ai quarti di finale dopo la gara del San Paolo. Da lì in poi i Blues cambiano pelle, grazie al nuovo arrivato, Di Matteo. L’ex centrocampista di Lazio e Chelsea stravolge mentalmente i giocatori inglesi, e in 21 partite riesce a creare una storia da raccontare alle generazioni future. Fa Cup più Champions, un double forse già scritto nel destino, come lo stesso Drogba ha dichiarato a fine partita.

Roberto Di Matteo, quando l’Italian Job diventa leggenda. Stratega, mago, psicologo, quante professioni più o meno credibili in queste ore vengono affiancate al 42 enne di Sciaffusa. La vera impresa è stata risollevare una squadra che a febbraio sembrava letteralmente a pezzi. Fuori da qualsiasi discorso scudetto in Premier, un piede e mezzo fuori dalla Coppa Campioni e con una Fa Cup ancora tutta da decifrare. Quando Abramovich l’ha promosso alla guida tecnica della Prima squadra forse neanche lui ci credeva. In tre mesi però è riuscito a rendere qualsiasi sogno realtà.

roberto di matteo e didier drogba

La gloriosa spina dorsale del Chelsea, da Terry a Drogba passando per Lampard, ha reagito in maniera impressionante. Sono bastate poche settimane al tecnico italiano per ridare luce a un quadro che stava scivolando nell’oblio della Manica. Niente rivoluzioni tattiche quindi, ma fiducia estrema in quei calciatori che avevano scritto pagine storiche nel club inglese. La risposta è stata sorprendente, unica.

Forse Di Matteo non passerà all’immortalità per il suo gioco, ma oggi a Londra difficilmente troveremo persone che stiano pensando a come si sia vinto. Si è vinto e basta, il resto è soltanto aria fritta. La Champions League è nella bacheca di Fhulam Road, e presto capitan Terry potrà alzarla sul prato di Stamford Bridge.

Chissà se Abramovich avrà cambiato idea dopo l’incredibile notte di ieri. Con che coraggio si presenterà difronte a Di Matteo per comunicargli l’esonero? Champions e Fa Cup, due biglietti da visita che in pochi possono estrarre dal proprio biglietto da visita. Neanche Mourinho può vantarsi di tanto. Oggi a Londra c’è un nuovo Special.

C’è però anche un’altra favola nella pazzesca serata di Monaco. E’ quella di Didier Drogba. Rincorreva il successo europeo col Chelsea dal 2004. Otto anni di amarezze, espulsioni, delusioni, torti arbitrali. Pareva che il destino non volesse concedergli la gioia di toccare con mano la Coppa dalle grandi orecchie. E invece l’ivoriano 34 enne è stato il protagonista indiscusso di quel cammino unbelievable citato in precedenza. Giustiziere del Barca in semifinale, killer del Bayern quando ormai i bavaresi stavano pregustando la vittoria nel proprio tempio. Infine il rigore, l’ultimo, quello decisivo. E’ il dodicesimo trofeo della sua carriera con la maglia dei Blues, superfluo dire che sia il più prestigioso. Drogba non avrebbe potuto trovare modo migliore per dire addio ai suoi compagni di squadra.

Di Matteo e Drogba, due favole nella stessa notte. E per ogni favola che si rispetti l’happy end è arrivato puntuale. E non importa se per entrambi l’addio al Chelsea è dietro l’angolo, chi per un motivo chi per un altro. Il libro della Champions League li vedrà per sempre protagonisti quando verrà sfogliato il capitolo del 2012.

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