Cori razzisti contro Juan, a quando la squalifica del campo?

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Juan ©FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

Ennesimo episodio ieri pomeriggio a Roma, durante il derby, di imbecillità umana con i cori razzisti rivolti dalla curva nord della Lazio al giocatore brasiliano e centrale della Roma, Juan.

Oramai non se ne può più dei soliti “buu” che provengono dalle curve di mezza serie A, purtroppo la cultura e l’intelligenza media di chi si ritiene un tifoso del calcio è, per la maggior parte, notoriamente ampiamente sotto la norma anche perché, basta vedere la civiltà e la compostezza nei comportamenti, dei tifosi del rugby nella stessa città capitolina durante le partite della nazionale azzurra al “Sei Nazioni”.

Ieri pomeriggio gli insulti beceri e vigliacchi rivolti al centrale della Roma sono stati talmente chiari ed inequivocabili che hanno spinto perfino l’arbitro a far richiamare, tramite lo speaker della stadio Olimpico, gli idioti pena la sospensione dell’incontro.

Juan ©FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

Queste le dichiarazione di Juan dopo la partita: A Roma non mi era mai capitato, ma neanche in Germania e neanche in Brasile. Mi dispiace tantissimo anche perché prima della partita siamo entrati tutti con la maglia contro il razzismo. Voglio sottolineare che ho rispetto per i tifosi della Lazio, per i giocatori, ho fatto un gesto solo perché ho sentito quei “buu” e non mi è piaciuto. Mi dispiace più per loro che per me, perché io ho la personalità per stare tranquillo e sereno. De Rossi e altri compagni mi hanno abbracciato? Non solo della mia squadra, anche della Lazio, quelli che conosco Klose, Dias, Matuzalem. Mi hanno detto di stare tranquillo, ma io lo ero. Come ho detto, mi dispiace perché prima della partita abbiamo cercato di trasmettere qualcosa di buono ai tifosi, perché questo è un derby che tutti sentono tanto, ma è bellissimo da giocare e vedere. Cosa ha fatto l’arbitro? Ero concentrato nella partita, non ho visto. Ho parlato un po’ con Mauri. Mi dispiace tantissimo per il gesto che hanno fatto loro. Non ho mai mancato di rispetto per la Lazio, mi sono sempre comportato bene.

Adesso gli organi competenti dovranno prendere dei seri provvedimenti contro questi incresciosi episodi e figli di un ignoranza umana senza confini e limiti. Le multe che le società pagano oramai settimanalmente non sembrano essere rimedi più efficaci per sensibilizzare un pubblico che forse, se fosse costretto a vedere la propria squadra del cuore giocare a porte chiuse o addirittura in un altro stadio per un po’ di partite, ci penserebbe prima di lasciare libero sfogo a quello stupido e mortificante ululato.

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