Il ciclone calcioscommesse continua a regalare sorprese facendo saltare fuori nuovi e clamorosi coinvolgimenti che mettono a serio dubbio la credibilità dell’intero sistema. Dopo i pesanti coinvolgimenti di due istituzioni come Beppe Signori e Cristiano Doni un’altra bandiera da ieri è finita nel mirino della giustizia sportiva: Dario Dainelli bandiera ed istituzione del Genoa spedito nell’ultimo giorno di mercato al Chievo. Il difensore del Grifone insieme ad Omar Milanetto, altro illustre nome spedito anzitempo fuori dal calcio che conta, secondo le ricostruzioni della Procura avrebbero avuto un ruolo centrale nella combine di Lazio Genoa. Secondo la Procura di Cremona i due avrebbero avuto contatti diretti con gli emissari degli “zingari” dai quali oltretutto avrebbero compensi economici dopo il “successo” nel match. Dario Dainelli ieri in lacrime ha smentito ogni illecito dicendosi stupito dal coinvolgimento non conoscendo oltretutto nessuno dei personaggi coinvolti nell’inchiesta.
A difesa di Dainelli si schierano anche il patron del Genoa Enrico Preziosi che spiega il trasferimento come una conseguenza di una lite tra il giocatore e la curva nord “Sono mesi che si parla di questa partita. Non ci credo, qualora dovessero emergere prove ne prenderemo atto. Erano lì per un addio al celibato, in una discoteca dove vanno tutti i giocatori.” In rete invece inizia a passare la teoria di addii al Genoa proprio per il coinvolgimento diretto nel vortice calcioscommesse e la conseguente rottura con l’ambiente del Grifone.
Questa mattina poi il calcioscommesse ha “regalato” nuovi sviluppi con gli arresti di Mario Cassano, portiere del Piacenza accusato di aver preso parte all’alterazione di almeno 3 incontri nel campionato di serie B 2010/201 (Piacenza-Albinoleffe, Atalanta-Piacenza, Siena-Piacenza) e del match Piacenza-Mantova nel 2008/2009. Cassano è stato oltretutto tirato in causa da Cristiano Doni per il match Atalanta Piacenza confessando di aver concordato come battere il rigore. Finisce in carcere anche Angelo Iacovelli, 44 anni, vicino agli ambienti sportivi del Bari e accusato di esser l’anello di congiunzione tra Ilievski e Gegic (capi della banda degli zingari) e i giocatori del Bari mediando agli accordi economici per l’alterazione delle partite.