La sua caratteristica principale è l’originalità, l’essere fuori dagli schemi e dai conformismi, non piegando la testa anche di fronte ai rimproveri più pungenti ed agli ultimatum da parte di chi gli sta intorno, e lo deve “gestire”, con un po’ di fatica. Su tutti, il suo mister Roberto Mancini, che dal giorno del suo arrivo in Inghilterra ha ritrovato un “allievo”, ma anche una “gatta da pelare”. La lista di episodi “incriminati”, che hanno fatto salire vertiginosamente le quotazioni dei tabloid inglesi, è molto lunga, e Mario Balotelli (a volte soprannominato “Bad”otelli, ndr) ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, per raccontarsi in sincerità, facendo notare come – nei suoi confronti – l’attenzione dei media e soprattutto della stampa scandalistica sia troppe volte quasi morbosa e come, in Italia, le notizie dei giornali scandalistici inglesi vengano troppo spesso riportate in modo amplificato, e senza effettuare le opportune verifiche.
Il concetto fondamentale dello sfogo di Mario Balotelli, nel corso dell’intervista rilasciata a “L’Uomo Vogue”, è proprio questo, l’eccessiva attenzione che avverte intorno a lui ed alle sue azioni, come se venissero perennemente osservate sotto una speciale lente di ingrandimento per poi essere commetate in modo da sottolineare i lati negativi dei suoi comportamenti.
A tal proposito, Mario Balotelli non esita a citare qualche esempio particolare, per chiarire meglio il concetto che intende esprimere. In primis, a chi ha spesso additto le sue esultanze come “eccessive”, Super Mario ribatte di non esser di certo l’unico e, per rimanere in Italia, cita un bomber d’eccezione come Pippo Inzaghi che, dopo ogni gol, “gesticola come un matto”.
Ma non è solo sulle esultanze e sui comportamenti all’interno del campo da gioco che Mario Balotelli si sente attaccato: al contrario, la maggior parte delle attenzioni morbose le percepisce intorno al suo stile di vita al di fuori del campo: in tal caso, Super Mario viene criticato soprattutto per il suo stile di vita, spesso esagerato, ed i tabloid non perdono occasione per bacchettare ogni sua azione, dalle macchine che compra (“Se compro una Uno dicono che dovrei comprare una Ferrari, se compro una Ferrari dicono che sarebbe meglio se comprassi una Uno“) ai comportamenti, alle espressioni del volto (“Se rido non sono serio, se non rido sono un musone ricco che non si diverte a fare lo sport più bello del mondo“).
Temi “leggeri”, ma non solo: Mario Balotelli a ruota libera significa anche discutere su una questione a lui molto cara, la lotta al razzismo nel nostro Paese, dove ancora sembra prevalere un clima di ostilità nei confronti degli stranieri, che sfocia – avolte – in episodi agghiaccianti come il duplice omicidio di Firenze avvenuto qualche settimana fa. In tal occasione Mario Balotelli si dice rammarticato di non aver preso immediatamente una posizione chiara e precisa, in chiave di ferma condanna dell’accaduto, ma coglie l’occasione per sottolineare il grande dolore provato apprendendo tale notizia, precisando che sarebbe necessario un contributo da parte di tutti (e dei personaggi famosi ancor di più) per “dare una mano”, creando i presupposti per un cambiamento culturale all’interno della società italiana. I cambiamenti sociali, infatti, secondo Mario Balotelli, nascono dal cambiamento di mentalità, che deve partire dall’educazione dei bambini, nelle scuole. Strano ma vero: Balotelli riconosce proprio alle istituzioni scolastiche un ruolo fondamentale nella società, nonostante nel corso del suo percorso scolastico non sia mai stato un allievo particolarmente brillante e studioso. Nonostante ciò, però, meglio tardi che mai: adesso SuperMario ringrazia i suoi genitori per aver insistito tanto affinchè riuscisse a prendere almeno il diploma di scuola superiore.
Dopo i temi leggeri ed i temi impegnati, in un’intervista a ruota libera con l’attaccante del Manchester City era inevitabile affrontare tematiche legate al mondo strettamente calcistico ed, in particolare, alle esperienze già vissute ed ai suoi obiettivi per il prossimo futuro. Nel cuore del 21 enne Mario, c’è sempre Mourinho, suo mister nell’incredibile stagione del Triplete nerazzurro, ma anche tutto il gruppo dell’Inter 2010, che gli è rimasto nel cuore. Nel futuro di Mario, invece, c’è la volontà di riavviccinarsi a casa, ai veri amici, all’Italia: niente Barcellona, nè Real Madrid: “se dovessi muovermi, ora come ora, sceglierei l’Italia“.
Parola di Super Mario.