Il battesimo di Federico Viviani in serie A, classe 1992, potrebbe essere proprio sotto i riflettori dello Stadio Olimpico, illuminato per la super sfida del lunedì fra la Roma di Luis Enrique e la Juventus di Antonio Conte, trovandosi ad affrontare direttamente – al debutto – un mostro sacro del centrocampo bianconero, come il campione del Mondo Andrea Pirlo, vincitore di scudetti, Champions League e di ogni altro trofeo esistente.
Un debutto da far tremare le gambe al giovane Federico Viviani, diciannovenne molto promettente del nostro calcio, ma che potrebbe rendersi necessario a causa delle squalifiche e delle indisponibilità con cui Luis Enrique deve fare i conti, costretto a schierare Daniele De Rossi nel ruolo di centrale difensivo, nell’inedita coppia con Heinze.
Luis Enrique lo ha osservato con molta attenzione, visionandolo in allenamento con la Primavera giallorossa, e poi ha deciso di portarlo in ritiro con la prima squadra già in estate, a Brunico, consentendogli di prendere parte alle Amichevoli disputate “dai grandi”, in cui ha segnato anche un gol contro il Vasas. Luis Enrique, abituato a lavorare con i giovani e cresciuto con la culuta della valorizzazione della “cantera”, in stile blaugrana, ha sempre speso parole di elogio per il giovane Federico, anche pubblicamente, per infondergli più carica e coraggio per affrontare un debutto così importante quanto difficile.
Nel giorno del suo probabile esordio in serie A, dunque, è utile tracciare un profilo del giovane Federico Viviani centrocampista giallorosso, che in molti già paragonano a Daniele De Rossi per le caratteristiche di gioco, oltre che per il suo iter fra le giovanili della ed il “sangue calcistico” che scorre nelle sue vene.
Federico Viviani, Viterbese di Grotte di Castro, infatti, è figlio di un calciatore professionista, Mauro, che ha giocato negli anni 80 nella Lazio in serie B: Federico, invece, è stato ingaggiato dalle giovanili della Roma all’età di 13 anni, fino ad approdare agli Allievi Nazionali di Stramaccioni e, poi, alla Primavera di Alberto De Rossi, papà di Daniele.
Lo scorso anno, Vincenzo Montella lo ha convocato tre volte in Prima squadra, anche alla luce del suo fondamentale apporto alla formazione Primavera, che lo scorso anno ha vinto lo scudetto di categoria, giocando nel ruolo che gli è più congeniale, regista basso, come Daniele De Rossi, appunto. Bravo ad inserirsi negli spazi, ed anche a fare gol, soprattutto di destro, abile anche nella fase di copertura, aggressivo e deciso in fase di recupero, sfruttando anche il fisico possente, 75 chilogrammi per 180 centimentri di altezza.
Per ora, è già approdato nella Nazionale Under 19 di Zoratto, realizzando anche un gol, ma non è escluso che presto potrà essere convocato anche nell’Under 21 di Ciro Ferrara.
Questa sera, dunque, potrebbe essere il suo turno, indossando la maglia numero 92, il suo anno di nascita, che ricorderà a tutti la sua giovane età.
Un’occasione molto importante per lui e per la sua crescita, anche in chiave rinnovo ed adeguamento contrattuale: oggi, il suo ingaggio è in linea con quello dei Primavera, ed il suo contratto scade nel 2014, ma, se riuscirà a compiere il fatidico salto di qualità, potrebbe sedersi presto al tavolo delle trattative per ottenere un rinnovo adeguato, anche in prospettiva.
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