Tommasi ai giocatori gay: “Non fate outing, sarebbe un boomerang”

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Damiano Tommasi, presidente Aic | © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Dichiarazioni schiette, senza peli sulla lingua, nè paura del peso delle parole e delle critiche che possono comportare, soprattutto perchè riguardano una tematica sempre spinosa e delicata: il calcio e l’omosessualità.

Il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, ex calciatore della Roma e della Nazionale Azzurra, noto per il suo equilibrio, la sua onestà intellettuale ed il suo essere moderato, affronta la tematica di petto, interpretando la questione sulla base del “buon senso”, in chiave quasi paternalista, orientando le sue parole a mò di consiglio nei confronti dei calciatori omosessuali.

Damiano Tommasi, presidente Aic | © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Tale interpretazione è già innovativa, però, se si pensa che – dalla maggior parte degli addetti ai lavori – tale tematica viene sempre e comunque negata, quasi a voler far credere che non esista, nè sia mai esistita.

Il Presidente dell’Assocalciatori, infatti, non nega l’esistenza del fenomeno, ma sostiene come sia preferibile per i calciatori non fare outing, “perchè potrebbe rivelarsi come un boomerang“, soprattutto dovendo convivere nell’ambiente dello spogliatoio con colleghi, giornalisti, spesso poco sensibili.

Una sorta di consiglio, dunque, per evitare che possano crearsi situazioni spiacevoli, anche se – andando a fondo alla questione – non è concepibile che, alle soglie del 2012, si debbano nascondere le proprie inclinazioni per paura dei giudizi altrui, spesso impregnati da un’eccessiva chiusura mentale e di ipocrisia politically correct.

Ecco perchè le parole di Damiano Tommasi, che in apparenza possono sembrare un modo di nascondere il “problema”, sono in realtà modo per tutelare i calciatori, con grande umanità, in attesa che avvenga un non semplice cambio culturale, nel mondo del calcio ma, soprattutto, nella società civile italiana.

2 COMMENTI

  1. L’invito di Daniele Tommasi magari a voi può sembrare di buon senso, invece è un invito all’ipocrisia, a nascondersi che significa sempre un’immensa sofferenza, per se e per gli altri, il più delle volte di fidanzate e mogli, che a loro volta devono stare zitte per coprire una condizione sessuale, che è normale. Certo il mondo del calcio si sa è proprio tanto maschilista e non tenero con l’omosessualità, per questo non deve attendere tempi migliori, perché questi arriveranno solamente quando ambiti chiusi e privilegiati come quello dei calciatori, si strapperà il velo delle falsità,.

  2. Grazie Aurelio per il commento, perché a leggere l’articolo sembra che Tommasi abbia dato un saggio consiglio… A parte che proprio per il ruolo di presidente dell’Aic non dovrebbe permettersi di entrare in quelle che sono scelte assolutamente private e personali (lo faccia da privato cittadino, semmai), come a voler dare una direttiva generale su qualcosa che deve restare una scelta individuale (manco fosse la Chiesa), io vedo in questa dichiarazione l’accettazione passiva di una discriminazione che nuoce solo all’immagine dello sport. Come dire: il calcio è intollerante, state attenti. E invece il messaggio dovrebbe essere contrario, semmai (e se proprio si deve entrare in merito): è SBAGLIATO che il calcio sia intollerante, abbiate il coraggio di cambiarlo.

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