Il suo gancio sinistro ora resterà scolpito nella memoria collettiva e nelle pellicole dei documentari di boxe come un’arma devastante, il colpo che ha abbattuto tanti avversari e decretato altrettanti successi. Joe Frazier ci lascia, stroncato all’età di 67 anni da un tumore al fegato. Troppo forte da contrastare l’ultimo avversario, troppo violento il male che lo ha colpito e lo ha strappato prematuramente all’affetto dei suoi cari e dei suoi fans. In vita aveva strabiliato il mondo del pugilato con l’eleganza dei movimenti abbinata alla violenza dei colpi in un mix perfetto che lo ha reso un immortale della disciplina. E’ proprio in questo giorno amaro, nel quale il termine ‘immortale’ suona beffardo e di cattivo gusto, entra definitivamente nel novero di coloro che non moriranno mai nella memoria collettiva come uno dei più grandi di sempre. Ora ‘combatterà’ sul ring del Paradiso con Rocky Marciano così come fece in terra con Cassius Clay (o M. Alì, se preferite), dividendo la platea come fu per Beatles e Rolling Stones, per Mazzola e Rivera o per mille altri dualismi che caratterizzano tutti gli ambiti della vita. Resteranno per sempre apice ineguagliato e forse ineguagliabile del pugilato i duelli epici dei quali è stato protagonista con Alì, rivisitazioni moderne in chiave sportiva dello scontro finale tra gli omerici Achille ed Ettore, dove i ruoli tra Acheo e Troiano non erano definiti così come sino all’ultimo gong l’esito dell’incontro era incerto. Ci lascia Smokin’Joe e non si può che mandare in cielo una preghiera ed un saluto. Ciao Joe, e grazie.