Scuse Cassano, dietro-front sui gay imposto da Figc

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Antonio Cassano | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

Dopo le dichiarazioni del giornalista Alessandro Cecchi Paone a proposito della presenza nel gruppo della Nazionale di Prandelli di due gay, un bisessuale e tre metrosexual (a suo avvsio sarebbero Abate, Giovinco e Montolivo, ndr), la conferenza stampa che nel pomeriggio di ieri ha visto protagonista Antonio Cassano si è trasformata in un grottesco monologo, a tratti anche agghiacciante, in cui il barese ha dato il peggio di sè, mostrando una totale incapacità di analisi equilibrata, andando contro qualsiasi parametro di buon gusto, con il sorriso stampato sul volto nel dire: “Ci sono froci in Nazionale? Problemi loro, se la sbrigassero loro. Io mi auguro che non ci siano”.  Eppure, poco prima di dare la sua risposta tanto “profonda”, aveva anche precisato che mister Prandelli lo aveva avvertito che avrebbe potuto ricevere una domanda in tal senso: avrebbe potuto pensare ad una risposta perlomeno meno volgare, perchè di volgarità si tratta quando si adoperano parole e giudizi dispregiativi in maniera gratuita.

Antonio Cassano ha, dunque, perso un’occasione per mostrarsi in una veste diversa rispetto a quella di ragazzo superficiale e poco incline alla riflessione che da sempre lo accompagna, anche alla soglia dei trent’anni, un’età in cui è giusto mostrare di aver un punto di vista più maturo: ecco, dunque, che la Figc ha dovuto provvedere immediatamente a placare le furenti polemiche che sono nate dalle parole del barese, diffondendo un comunicato ufficiale nella serata di ieri. Un comunicato che, appunto, non proviene spontaneamente dal calciatore, ma dall’alto, quasi come se fosse stato imposto esclusivamente dalle necessità del momento: “L’omofobia è un sentimento che non mi appartiene. Non volevo offendere nessuno e non voglio assolutamente mettere in discussione la libertà sessuale delle persone. Mi dispiace sinceramente che le mie dichiarazioni abbiano suscitato polemiche e proteste dalle associazioni gay: ho solo detto che è un problema che non mi riguarda e non mi permetto di esprimere giudizi sulle scelte di altri, che vanno tutte rispettate”. 

Anche nel comunicato ad hoc per riparare all’indelicatezza commessa, a ben vedere, Cassano adopera la parola “problema” in riferimento all’omosessualità, ribadendo implicitamente quanto detto in maniera più sguaiata nella conferenza stampa del pomeriggio, fallendo il tentativo di giustificarsi nascondendo dietro il consueto “sono stato interpretato male”.

Antonio Cassano | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

Appare chiaro, dunque, che l’operazione Nazionale bon-ton voluta da Prandelli, con tali dichiarazioni compie un grande passo indietro perchè, nonostante il messaggio di “marcia indietro” ciò che appare dalla conferenza stampa di Cassano è solo un messaggio di bassissima cultura, che va ben contro il pensiero dello stesso cittì, autore della prefazione al libro dello stesso Cecchi Paone: “l’omofobia è razzismo ed è indispensabile fare un passo ulteriore per tutelare tutti gli aspetti dell’autodeterminazione degli individui, sportivi compresi”. 

Parole di ben altro stampo rispetto a quelle di Cassano che, date le sue performance verbali, sarebbe meglio se si limitasse a commentare le vicende calcistiche dell’Europeo, con riferimento alla prossima gara contro la Croazia ed al suo feeling con Balotelli cui dovrebbe fare da “tutor”.

Un ruolo che, oggettivamente, difficilmente gli si addice, come lui stesso riconosce: “Ma si parla solo di lui? Abbiamo un buon rapporto, dicono che devo fargli da tutor: immaginate come siamo messi, se io seguo lui, chi segue me?”.

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